Non tutti gli studi hanno lo stesso valore. L’immagine mostra la gerarchia dei vari tipi di studi, in alto quelli che danno informazioni più affidabili, in basso quelli meno affidabili (ma comunque importanti).
In genere il percorso di ricerca parte dal basso per poi salire, sempre che non ci si fermi lungo il tragitto per mancanza di riscontri (l’idea sembrava buona ma non lo era, oppure si pensava ci fosse un rapporto di causa-effetto e invece era solo una correlazione e la causa è da cercare altrove). Escludere idee non buone fa parte del metodo scientifico ed è importante tanto quanto approfondire quelle buone.
Vediamoli alla svelta partendo dal basso:
– Casi singoli che si sono verificati, opinioni e osservazioni di esperti basate sulla loro esperienza, essenzialmente si inizia a sollevare un argomento che potrebbe meritare un’analisi più approfondita e a discuterne.
– Studi in vitro e su animali, si investiga sui meccanismi biologici per capirne di più.
– Cross sectional, studi basati sulla sola osservazione (non si somministra nulla) in cui si “fotografa” la situazione di una popolazione in un momento preciso (non è uno studio che si protrae nel tempo) misurando vari aspetti e cercando relazioni. Ad esempio si può scoprire che chi ha una certa alimentazione ha una incidenza maggiore di una certa patologia. Ci potrebbe essere una correlazione ma anche no, in questa fase si evidenziano cose che possono meritare approfondimenti.
– Case control è sempre un tipo di studio in cui ci si limita ad osservare ma con un approccio diverso: si prendono due gruppi con caratteristiche diverse (ad esempio uno di persone con una certa patologia e l’altro che non ce l’ha) e si cercano a ritroso correlazioni. Cosa ha un gruppo di diverso dall’altro che può causare la patologia? Anche qui le cose che emergono possono rappresentare ipotesi da approfondire.
– Cohort è un altro tipo di studio che si limita ad osservare ma stavolta l’osservazione è protratta nel tempo, quindi è più lungo e costoso. Ad esempio prendo un gruppo di fumatori e uno di non fumatori e li seguo per venti anni misurando lo stato di salute nel tempo. Posso fare questo studio quando ho già una ipotesi da verificare, ad esempio che il fumo sia associato al cancro ai polmoni.
– Lo studio randomizzato e controllato serve per misurare l’efficacia di un trattamento o un farmaco. Qui ho già identificato i meccanismi biologici, ho già un rimedio da valutare e lo somministro ad un gruppo di pazienti. Alcuni di loro riceveranno un placebo invece del farmaco ma non lo sanno, questo per quantificare l’efficacia al netto dell’effetto placebo. Lo studio è in “doppio-ceco” se anche il medico che somministra il farmaco non sa se sta somministrando il placebo o no, per escludere condizionamenti inconsci.
– Una meta-analisi è un lavoro di analisi di un gran numero di studi fatti in passato. Gli studi vengono confrontati, pesati in base alla loro affidabilità (un campione piccolo è meno significativo di un campione grande, il doppio-ceco è più affidabile del singolo, l’accuratezza del protocollo clinico viene anche tenuta in conto) e essenzialmente si “tirano le somme” di tutti gli studi fatti sul tema.
beh! che dire .. apparentemente queste considerazioni potrebbero essere valide se si trattasse di categorie con poche variabili; per esempio se avessimo a che fare con organismi meccanici nei quali le varie funzioni non possono variare nel tempo o al limite con organismi animali inferiori nei quali esiste una chiara prevedibilità di risposta a determinati stimoli. Nel caso di quelli umani penso che per quanto accurata sia una meta-analisi, non sia possibile tracciare una relazione causa-effetto, date le innumerevoli variabili che possono intervenire nel corso dell’analisi. Prendiamo ad esempio l’indagine sulle relazioni tra fumatori e non fumatori e le patologie : manca di solito la possibilità di risalire ( per quanto accurata sia stata l’anamnesi) alla vera causa scatenante la patologia in quanto ciascun soggetto reagisce diversamente alla stessa sollecitazione dannosa dal momento che questa è legata al contingente stato metabolico del soggetto ( infatti diversa è la reazione in base all’ora, alla stagione, al pH del sangue, alla co-presenza di altre scorie, etc.), al contingente stato funzionale di alcune ghiandole endocrine ( tiroide, surrene, gonadi, etc), all’attività degli emuntori, al grado di funzionalità immunitaria al momento dell’arrivo dei prodotti tossici, allo stato psichico, al grado di funzionalità degli enzimi metabolici, alla carica batterica probiotica , allo stato di permeabilità intestinale e ad altre cosucce del genere. In tale contesto appare pertanto molto aleatorio il dato assunto come responsabile, tant’è vero che molti tumori attribuiti al fumo si verificano egualmente anche in soggetti non fumatori e sotto questo profilo le statistiche appaiono alquanto discutibili.
Se la medicina fosse veramente una scienza, l’uomo dovrebbe essere una macchina.