Mi piacerebbe vedere un approccio pragmatico e non ideologico alla questione della vaccinazione delle fasce dei giovanissimi, quelle per le quali il beneficio individuale è indubbiamente molto minore e i rischi individuali oggettivamente meno definiti e dove si pone anche una questione etica peculiare: qualcuno deve prendere una decisione per qualcun altro.
Tra contrari a prescindere e favorevoli a prescindere sembra non ci sia più nessuno a ricordarsi che la valutazione costi-benefici è alla base di ogni intervento sanitario e che purtroppo la prospettiva della società è diversa da quella individuale, anzi queste due prospettive a volte configgono proprio sulla valutazione costi-benefici quando si parla di vaccinazioni. C’è un indubbio vantaggio per la collettività anche quando non c’è per l’individuo.
È una questione filosofica, etica e clinica che meriterebbe un approfondimento che tenga conto della delicatezza della situazione e che invece stiamo trattando con la solita superficialità : squadra A contro squadra B.
Siamo diventati ormai polarizzati su ogni argomento e in particolare su questo, continuiamo a coltivare quell’egocentrismo generazionale a cui ci siamo assuefatti e non siamo più abituati a maneggiare la complessità .
Credo che su questo argomento ci sia anche una forma di auto-censura per l’incapacità generale di comprendere ragionamenti con un minimo di complessità e il rischio, quasi la certezza, di venire etichettati come eretici da entrambe le parti non appena si prova a fare un ragionamento minimamente articolato.