La normativa su AMC (acceptable means of compliance) per u-space che
Questi spazi possono essere piazzati un po’ ovunque a scelta degli stati membri generalmente tra 0 e 150mt ground.
Una volta designato lo u-space gli aeromobili pilotati (inclusi delta e para) dovranno essere dotati di un dispositivo di “Electronic Conspicuity” in grado di trasmettere la propria posizione agli USSP (gli u-space service provider che controllano e gestiscono gli accessi allo u-space).
Su questo punto la normativa di cui sopra prevede la possibilità di usare uno smartphone come dispositivo per la visibilità elettronica e questo
Adesso vediamo cosa succede quando entriamo in u-space.
Quando un “manned” (quindi inclusi delta e para) entra in u-space col suo bel dispositivo di visibilità elettronica, gli USSP se ne accorgono e possono (devono se necessario) intervenire indicando ai droni come evitarlo, al lato pratico creando delle “zone di rispetto” virtuali e variabili intorno alla posizione del “manned” che sta gironzolando in u-space.
l piano di volo che gli operatori dei droni inviano elettronicamente per l’approvazione prima di accedere a u-space non potrà toccare questa area di rispetto e i piani già esistenti che dovessero confliggere devono essere modificati, gli operatori dei droni informati.
Sebbene si tratti di attività svolte in modalità elettronica e in gran parte automatizzate tramite software, da quanto descritto si può evincere che il “manned” in questione possa essere assimilato dagli USSP a tutti gli effetti al “cagacazzi della situazione”.
A differenza degli operatori dei droni lui non paga per l’accesso a u-space (e questa
Tra i vari ostacoli ancora da gestire ci saranno quindi possibili tentativi di tenerci fuori dichiarando gli u-space come “segregati” facendo appello alle esistenti clausole che lo prevedono per generici “motivi di sicurezza”.
Qui ci sarà da fare del monitoraggio attivo per evitare abusi volti a tenere i manned (o cagacazzi) fuori da u-space.
La norma di cui parliamo