Stiamo vivendo una fase di accelerazione senza precedenti. L’EASA, su incarico della Commissione Europea, sta guidando l’introduzione rapida dei droni in Europa. In un breve periodo, sono state prese decisioni cruciali, con il potenziale di influenzare l’intero settore al di là del contesto di u-space. Grazie ad una serie di circostanze favorevoli, siamo intervenuti tempestivamente in questo processo di cambiamento, posizionandoci per affrontare le sfide e cogliere le opportunità che si presentano.
Dal 2 al 4 febbraio tutta l’Europa del volo libero si è trovata a Vienna in in occasione dell’Annual General Meeting della European Hang-gliding and Paragliding Union (EHPU). La riunione, ospitata dall’Aeroclub Austriaco, si è tenuta nel bellissimo edificio della Haus des Sports a Vienna.
In un intervento di circa tre quarti d’ora che ho tenuto in qualità di board member di EHPU e di EAS, nonché come rappresentante di EAS presso EASA, ho riassunto l’iter legislativo degli ultimi cinque o sei anni che ci ha portato a poter entrare in U-Space senza dover né sottomettere né seguire un piano di volo, senza dover pagare per i servizi di controllo, senza essere obbligati a ricevere indicazioni dagli U-Space Service Providers che controlleranno questi spazi aerei, senza dover monitorare il traffico circostante e senza neppure pagare per i servizi di controllo, tutti obblighi a cui invece gli “unmanned aircrafts”, ovvero i droni, sono sottoposti.
L’unico obbligo che abbiamo è quello della visibilità elettronica, ovvero il dover trasmettere la nostra posizione. Per trasmettere la nostra posizione possiamo usare un dispositivo dedicato che supporti il protocollo ADS-L (L sta per “light”) che si divide in due categorie: un derivato del FLARM che si chiama ADS-L SRD-860 o la telefonia mobile. Entrambe le soluzioni sono basate su protocolli aperti e di libero utilizzo, non soggette ad alcuna royalty (a differenza del FLARM). I dispositivi FLARM verranno con ogni probabilità aggiornati al nuovo protocollo attraverso un aggiornamento software.
Per quanto riguarda la telefonia mobile EASA ha accettato quella che era la nostra proposta fin dall’inizio: consentire l’utilizzo di app gratuite su smartphone. C’è ancora qualche dettaglio tecnico da chiarire con le Telco ma enormi passi sono stati fatti con l’approvazione per l’uso aeronautico della telefonia mobile terrestre a dicembre 2022. Rimando ad un recente articolo pubblicato su “Volo Libero” per i dettagli sull’implementazione di U-Space.
Queste sono le slide del mio intervento:
Tra le altre novità su cui ho relazionato c’è la nuova struttura dei SAB di EASA, SAB sta per Stakeholder’s Advisory Board. E’ composto da sei community tematiche coordinate da uno steering committee (sono stato nominato nello steering committee della community che si occupa di droni) e da una decina di activity groups che trattano tematiche orizzontali a tutte le community (sono stato nominato nell’activity group che si occupa di digitalizzazione).
All’intersezione tra droni e digitalizzazione c’è U-Space e la visibilità elettronica. Siamo quindi posizionati in modo ottimale.
Per finire, è stato avviato un gruppo di lavoro per mappare le restrizioni (divieti di sorvolo ed altro) nelle aree alpine, includendo quelle non inserite in AIP come quelle per la protezione della fauna. Su questo tema c’è una proposta di modifica alla normativa SERA da noi richiesta a gran voce da tempo e che, ci auguriamo, metterà fine alla proliferazione di divieti non pubblicati in AIP e non giustificati da motivazioni concrete e documentabili.