Ieri sia io che Barbara siamo tornati in volo dopo mesi di inattività ma non è questo l’unico evento funesto della giornata.
Io, Flavio e Bernardo ci troviamo per la navetta delle 13.30, Lorenzo è in ritardo e ci raggiungerà (fortunello) in decollo con la moto.
Dopo pochi minuti dalla partenza il prode Emilio si accorge che la navetta ha una ruota a terra. Le imprecazioni in un idioma a me ancora incomprensibile sono il preludio ad una copiosa sudata. Sporchi, grondanti di sudore e temprati dall’asfalto rovente, ci rimettiamo in moto.
Poco dopo il bivio per Colli di Sogno ci imbattiamo in un camper largo quanto la carreggiata che ci viene incontro.
Emilio gli fa segno di indietreggiare. L’ingenuo autista del camper fa cenno di indietreggiare ad Emilio. Non sa con chi ha a che fare.
Emilio comincia a inveire nell’idioma di cui sopra che sono l’unico in navetta a non comprendere. Ancora uno scambio di “indietreggia tu”, “no, indietreggia tu” e Emilio, visibilmente alterato, spegne il motore e punta tutto sulla guerra dei nervi.
Il buon Flavio scende e prova a convincere lo sprovveduto camperista a fare dieci metri di retromarcia ma l’imprudente non demorde. Solo quando dietro di noi si saranno accumulate una decina di macchine diventerà evidente chi ha vinto la battaglia. Il camperista, complice il buon Flavio che si offre di assisterlo nella manovra, abbassa la cresta a fa finalmente retromarcia. Nello sfilargli accanto finestrino contro finestrino l’Emilio non fa neanche il gesto di piegare lo specchietto retrovisore e suggella la vittoria con uno sguardo che fulmina l’avversario.
A quel punto però il Flavio è sparito, ci dobbiamo fermare poco più avanti sul ciglio della strada ad attenderlo. Dopo un po’ di attesa il Bernardo corre a cercarlo. Preso dalla foga si era improvvisato vigile ed era sceso al bivio a dirigere il traffico per consentire al nemico di Emilio di proseguire senza incrociare altri mezzi. A giudicare dal tono delle imprecazioni non credo che l’Emilio abbia approvato il gesto (qui ho captato un “ranges”).
Finalmente raggiungiamo Valcava, ci laviamo alla fontanella in piazza e procediamo, senza ulteriori intoppi, fino al decollo. Il volo è quello che è: si sta su ma si fa poca quota. Io faccio un po’ il buffone sopra alla piscina di Cisano dove Barbara e Chiara stanno oziando e trovo “l’atterraggio perfetto” lungo la strada che porta a Villa D’Adda: ampi campi coltivati a … prato. Avete presente il prato venduto a metri? Ecco. Distese di prati curati e rasati a volontà . Il fuoricampo più lussuoso che io abbia mai fatto.
La traccia: http://www.xcontest.org/italia/voli/dettaglio:Rudi/20.8.2011/13:04
Poi sono risalito in decollo con Barbara che ha fatto la sua classica performance: decollo perfetto, planata perfetta, atterraggio perfetto.
Bel racconto, sembrava quasi di esserci! :)
Saluti a tutti,
Andrea
Ciao Rudy,
Ho letto questo articolo sul sito della Stampa di Torino
ed ho pensato a te ed al tuo blog.
Immagino tu conosca benee la questione ma ho pensato che
la cosa possa comunque essere di tuo interesse.
Un abbraccio,
Sandro
http://www.lastampa.it/mobile/articolo.php?url=http%3A%2F%2Fwww3%2Elastampa%2Eit%2Fcronache%2Fsezioni%2Farticolo%2Flstp%2F416569%2F
Ciao Sandro, ho letto l’articolo che è pieno di imprecisioni, il solito articolo per riempire i giornali ad Agosto.
Siccome anche la TV ad agosto ha bisogno di riempire i palinsesti, si sono subito attaccati a questo articolo. Quindi domani a TG1 mattina ci sarà un rappresentante della nostra federazione a replicare. L’intervento è previsto per poco dopo le 9.
La situazione, dati alla mano, è questa:
1) non c’è nessun aumento rispetto agli anni precedenti, siamo nella media
2) il volo libero ha pochi incidenti sia rispetto al numero di piloti che rispetto alle ore volate, piuttosto che “un morto ogni tre giorni” è più corretto dire “un morto ogni tre mesi”
3) non c’è nessun aumento nell’ultimo periodo, è normale che in agosto ci siao più incidenti perchà© la gente è in ferie e vola di più, soprattutto a motore
4) dati alla mano il volo libero (deltaplano e parapendio) è la disciplina dell’aria più sicura
ciao
Bravo Rudy e brava Stenella.
Percepisco nel racconto uno spirito di approccio che mi accomuna.
Speriamo di vederci ancora.
Vi ricordate quell’anno sul monte Beigua???
Salutoni